L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DAL PINO AL TALK “SPORT INDUSTRY – I PIANI PER LA RIPARTENZA”

Questa mattina il Presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, è intervenuto al talk “Sport Industry – I piani per la Ripartenza” organizzato da RCS Academy e Corriere della Sera.

RAPPORTI CON IL GOVERNO:

“Se il rapporto con la politica è tormentato? Direi di sì, non si può non considerare il valore sociale ed economico della Serie A all’interno del nostro sistema. L’ostracismo del Governo è inspiegabile. Ci sono oggi 10 Club che hanno progetti o di un nuovo stadio o di rinnovamento, con 2,5 miliardi pronti ad essere investiti. Bisogna forse fare un appello al premier Mario Draghi, queste sono operazioni che possono essere moltiplicatore di Pil, possono dare occupazione e gettiti fiscali importanti”.

LEGA SERIE A:

“Purtroppo all’interno della Lega Serie A riscontriamo difficoltà nel trasformare le idee in fatti concreti perché per gestire le imprese devi avere delle governance appropriate e io non conosco nessuna azienda che per prendere decisioni, anche banali, ha bisogno del 70% di consensi. Questo significa che le minoranze di blocco dettano l’agenda. Ci sono tante strade che possono cambiare la governance della Lega Serie A, il vero dramma che impedisce di lavorare. Noi le idee le abbiamo portate avanti, non possiamo fare altro che proseguire e insistere, poi ci sono pochissimi Presidenti che non vogliono aprirsi a progetti innovativi.

La Serie A è composta da tanti imprenditori brillanti e io sono certo che ci sia una maggioranza che vuole che si portino avanti le idee e che si facciano cambiamenti, abbiamo tutti gli strumenti per farlo. Peraltro la struttura della Lega Serie A ha lavorato benissimo in questi ultimi 2 anni, ha creato a Lissone l’International Broadcast Centre, un gioiello all’interno del sistema calcistico internazionale, poiché oggi siamo in grado da soli di produrre e distribuire il nostro prodotto a livelli che nessun altro riesce a fare”.

PROPRIETA’ STRANIERE:

“Il fatto che oggi 8 dei nostri 20 Club siano stati acquisiti da imprenditori stranieri significa che rappresentiamo un business interessante e che le potenzialità di investimento sono enormi. Le 8 proprietà estere, 7 americane e una cinese, hanno creduto nella Serie A e ritengono ci sia margine di crescita. Se la signora Amanda Staveley e il fondo PIF hanno preferito comprare il Newcastle rispetto a Milan o Inter, significa che amano le utilitarie rispetto alle macchine da Formula 1”.

FONDI DI INVESTIMENTO:

“E’ evidente che il calcio italiano rappresenti una grande opportunità, con un potenziale inespresso come nessun’altra Lega. Mesi fa ho fatto una proposta, non è stata portata avanti, ma quando tutti i più grandi fondi internazionali guardano alla Serie A con la volontà di metterci dei soldi, lo fanno perché ritengono ci sia margine di crescita. Il nostro valore, però, è destinato a scendere se prevarranno le logiche minoritarie, io sinceramente preferirei avere il 90% di una cosa che tra 5/6 anni vale 30 miliardi, piuttosto che il 100% di una cosa che oggi vale 17 e tra qualche anno magari meno. Abbiamo il dovere di creare valore, non solo per gli investitori italiani ma anche per chi arriva dall’estero”.

Questa mattina il Presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, è intervenuto al talk “Sport Industry – I piani per la Ripartenza” organizzato da RCS Academy e Corriere della Sera.

RAPPORTI CON IL GOVERNO:

“Se il rapporto con la politica è tormentato? Direi di sì, non si può non considerare il valore sociale ed economico della Serie A all’interno del nostro sistema. L’ostracismo del Governo è inspiegabile. Ci sono oggi 10 Club che hanno progetti o di un nuovo stadio o di rinnovamento, con 2,5 miliardi pronti ad essere investiti. Bisogna forse fare un appello al premier Mario Draghi, queste sono operazioni che possono essere moltiplicatore di Pil, possono dare occupazione e gettiti fiscali importanti”.

LEGA SERIE A:

“Purtroppo all’interno della Lega Serie A riscontriamo difficoltà nel trasformare le idee in fatti concreti perché per gestire le imprese devi avere delle governance appropriate e io non conosco nessuna azienda che per prendere decisioni, anche banali, ha bisogno del 70% di consensi. Questo significa che le minoranze di blocco dettano l’agenda. Ci sono tante strade che possono cambiare la governance della Lega Serie A, il vero dramma che impedisce di lavorare. Noi le idee le abbiamo portate avanti, non possiamo fare altro che proseguire e insistere, poi ci sono pochissimi Presidenti che non vogliono aprirsi a progetti innovativi.

La Serie A è composta da tanti imprenditori brillanti e io sono certo che ci sia una maggioranza che vuole che si portino avanti le idee e che si facciano cambiamenti, abbiamo tutti gli strumenti per farlo. Peraltro la struttura della Lega Serie A ha lavorato benissimo in questi ultimi 2 anni, ha creato a Lissone l’International Broadcast Centre, un gioiello all’interno del sistema calcistico internazionale, poiché oggi siamo in grado da soli di produrre e distribuire il nostro prodotto a livelli che nessun altro riesce a fare”.

PROPRIETA’ STRANIERE:

“Il fatto che oggi 8 dei nostri 20 Club siano stati acquisiti da imprenditori stranieri significa che rappresentiamo un business interessante e che le potenzialità di investimento sono enormi. Le 8 proprietà estere, 7 americane e una cinese, hanno creduto nella Serie A e ritengono ci sia margine di crescita. Se la signora Amanda Staveley e il fondo PIF hanno preferito comprare il Newcastle rispetto a Milan o Inter, significa che amano le utilitarie rispetto alle macchine da Formula 1”.

FONDI DI INVESTIMENTO:

“E’ evidente che il calcio italiano rappresenti una grande opportunità, con un potenziale inespresso come nessun’altra Lega. Mesi fa ho fatto una proposta, non è stata portata avanti, ma quando tutti i più grandi fondi internazionali guardano alla Serie A con la volontà di metterci dei soldi, lo fanno perché ritengono ci sia margine di crescita. Il nostro valore, però, è destinato a scendere se prevarranno le logiche minoritarie, io sinceramente preferirei avere il 90% di una cosa che tra 5/6 anni vale 30 miliardi, piuttosto che il 100% di una cosa che oggi vale 17 e tra qualche anno magari meno. Abbiamo il dovere di creare valore, non solo per gli investitori italiani ma anche per chi arriva dall’estero”.

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