Dopo il successo contro lo Zorya in UEFA Europa Conference League, la Roma vince anche in campionato, imponendosi per 2-0 sull’Empoli allo Stadio Olimpico.
Questa è l’intervista rilasciata da mister Mourinho nel dopo partita.
Questa Roma ha giocato bene quando doveva giocare bene?
“Penso che abbiamo giocato bene. Abbiamo fatto una partita solida, compatta. Non posso dire che sia stata tranquilla, perché il 2-0 non ti permette di restare tranquillo, però con la sensazione di essere in controllo contro una squadra che gioca bene, che ti mette in difficoltà, con due terzini altissimi e tanta gente dentro che ti obbliga a chiudere bene dentro e a saltare per pressare fuori”.
“Abbiamo lavorato abbastanza bene in questi ultimi giorni. Penso che abbiamo meritato di vincere, e riuscirci dopo una sconfitta è sempre buono. Abbiamo vinto 7 partite, abbiamo quindici punti: stiamo bene”.
Innanzitutto, non dimenticherò mai che lei mi chiamò per primo dopo l’esonero sulla panchina della Juventus (a parlare è Ciro Ferrara, ndr).
“Me lo ricordo. Non lo faccio con tutti gli allenatori. Io so perfettamente quello che si prova nel giorno in cui perdiamo il nostro lavoro, la nostra passione. So perfettamente quello che ho sentito anche io qualche volta e per questo cerco di stare vicino ai miei colleghi. Non dico a tutti, perché non l’ho fatto con tutti, ma cerco di farlo con quelli con i quali ci sono amicizia e rispetto”.
La domanda ora è: cosa ha detto a Zaniolo quando lo ha sostituito?
“Che è così che un giocatore deve reagire a qualche momento triste. Si aspettava di andare in Nazionale e Roberto (Mancini, ndr) ha fatto la sua scelta, che ovviamente io rispetto e che voglio che rispetti lui, come infatti ha fatto”.
“Giocando così, può creare dei problemi, dei problemi positivi e Roberto è certamente felice. Lui deve giocare così. In questa partita, in quella con la Lazio e anche negli ultimi 20 minuti contro lo Zorya, Nico è stato forte fisicamente, forte in transizione, ha avuto iniziativa, cercando di difendere bene. E lo ha fatto molto bene. Mi è piaciuto”.
C’è una grande connessione tra Zaniolo e Pellegrini, che lo ha messo in condizione di esprimere tutta la sua potenza.
“Pellegrini è la nostra connessione. Loro hanno giocato praticamente a uomo su di lui, cercando di fermarlo, ma Lorenzo gioca in fiducia in tante zone del campo – non è uno che sta fisso lì – e ha creato tante occasioni per i nostri attaccanti. Abbiamo fatto bene su un campo che sarà sicuramente il peggiore della Serie A”.
Come gestisce la pressione della città sulla squadra, tra le più giovani del campionato?
“Penso che la gente sia ‘bene educata’. Mi spiego. Quando abbiamo vinto tre partite, io ho detto che non erano trenta; quando ne abbiamo vinte quattro, ho detto che non erano quaranta. E prima che giungesse la prima sconfitta, avevo annunciato che sarebbe arrivata e avevo detto che avremmo dovuto essere uniti e tranquilli. Noi sappiamo chi siamo, sappiamo quello che vogliamo e conosciamo la differenza tra noi e le altre squadre finite nelle posizioni top, nelle passate stagioni. Sappiamo il percorso che abbiamo davanti”.
“Io ho accettato un profilo di lavoro diverso rispetto a quelli della mia carriera, e sono molto felice di questo: sono molto felice di fare giocare Darboe, di fare crescere Calafiori, Zalewski. Perché quando vedi le altre squadre, fanno dei cambi con elementi esperti, di qualità. Noi dobbiamo fare crescere questa gente, la gente deve capire il nostro percorso. Io ero tranquillo dopo quattro vittorie di fila e sono tranquillo dopo una sconfitta in una partita speciale come il Derby. Un po’ per l’età e per l’esperienza, ma io sono tranquillo quando la gente è euforica e lo sono quando magari la gente ha meno fiducia e meno gioia”.
“Ma quello che mi piace veramente è che, dopo le due sconfitte, il profilo dei tifosi non cambia: da Trigoria allo Stadio riceviamo sempre lo stesso appoggio, sia dopo una vittoria, sia dopo un ko. Arriviamo all’Olimpico un’ora prima e lo stadio è pieno lo stadio, vediamo i proprietari sul maxi-schermo e la gente applaude. In questo senso, stiamo tutti insieme. Sappiamo di essere un club di dimensioni gigantesche, ma che come squadra abbiamo un percorso davanti a noi”.
(Foto LaPresse)
Dopo il successo contro lo Zorya in UEFA Europa Conference League, la Roma vince anche in campionato, imponendosi per 2-0 sull’Empoli allo Stadio Olimpico.
Questa è l’intervista rilasciata da mister Mourinho nel dopo partita.
Questa Roma ha giocato bene quando doveva giocare bene?
“Penso che abbiamo giocato bene. Abbiamo fatto una partita solida, compatta. Non posso dire che sia stata tranquilla, perché il 2-0 non ti permette di restare tranquillo, però con la sensazione di essere in controllo contro una squadra che gioca bene, che ti mette in difficoltà, con due terzini altissimi e tanta gente dentro che ti obbliga a chiudere bene dentro e a saltare per pressare fuori”.
“Abbiamo lavorato abbastanza bene in questi ultimi giorni. Penso che abbiamo meritato di vincere, e riuscirci dopo una sconfitta è sempre buono. Abbiamo vinto 7 partite, abbiamo quindici punti: stiamo bene”.
Innanzitutto, non dimenticherò mai che lei mi chiamò per primo dopo l’esonero sulla panchina della Juventus (a parlare è Ciro Ferrara, ndr).
“Me lo ricordo. Non lo faccio con tutti gli allenatori. Io so perfettamente quello che si prova nel giorno in cui perdiamo il nostro lavoro, la nostra passione. So perfettamente quello che ho sentito anche io qualche volta e per questo cerco di stare vicino ai miei colleghi. Non dico a tutti, perché non l’ho fatto con tutti, ma cerco di farlo con quelli con i quali ci sono amicizia e rispetto”.
La domanda ora è: cosa ha detto a Zaniolo quando lo ha sostituito?
“Che è così che un giocatore deve reagire a qualche momento triste. Si aspettava di andare in Nazionale e Roberto (Mancini, ndr) ha fatto la sua scelta, che ovviamente io rispetto e che voglio che rispetti lui, come infatti ha fatto”.
“Giocando così, può creare dei problemi, dei problemi positivi e Roberto è certamente felice. Lui deve giocare così. In questa partita, in quella con la Lazio e anche negli ultimi 20 minuti contro lo Zorya, Nico è stato forte fisicamente, forte in transizione, ha avuto iniziativa, cercando di difendere bene. E lo ha fatto molto bene. Mi è piaciuto”.
C’è una grande connessione tra Zaniolo e Pellegrini, che lo ha messo in condizione di esprimere tutta la sua potenza.
“Pellegrini è la nostra connessione. Loro hanno giocato praticamente a uomo su di lui, cercando di fermarlo, ma Lorenzo gioca in fiducia in tante zone del campo – non è uno che sta fisso lì – e ha creato tante occasioni per i nostri attaccanti. Abbiamo fatto bene su un campo che sarà sicuramente il peggiore della Serie A”.
Come gestisce la pressione della città sulla squadra, tra le più giovani del campionato?
“Penso che la gente sia ‘bene educata’. Mi spiego. Quando abbiamo vinto tre partite, io ho detto che non erano trenta; quando ne abbiamo vinte quattro, ho detto che non erano quaranta. E prima che giungesse la prima sconfitta, avevo annunciato che sarebbe arrivata e avevo detto che avremmo dovuto essere uniti e tranquilli. Noi sappiamo chi siamo, sappiamo quello che vogliamo e conosciamo la differenza tra noi e le altre squadre finite nelle posizioni top, nelle passate stagioni. Sappiamo il percorso che abbiamo davanti”.
“Io ho accettato un profilo di lavoro diverso rispetto a quelli della mia carriera, e sono molto felice di questo: sono molto felice di fare giocare Darboe, di fare crescere Calafiori, Zalewski. Perché quando vedi le altre squadre, fanno dei cambi con elementi esperti, di qualità. Noi dobbiamo fare crescere questa gente, la gente deve capire il nostro percorso. Io ero tranquillo dopo quattro vittorie di fila e sono tranquillo dopo una sconfitta in una partita speciale come il Derby. Un po’ per l’età e per l’esperienza, ma io sono tranquillo quando la gente è euforica e lo sono quando magari la gente ha meno fiducia e meno gioia”.
“Ma quello che mi piace veramente è che, dopo le due sconfitte, il profilo dei tifosi non cambia: da Trigoria allo Stadio riceviamo sempre lo stesso appoggio, sia dopo una vittoria, sia dopo un ko. Arriviamo all’Olimpico un’ora prima e lo stadio è pieno lo stadio, vediamo i proprietari sul maxi-schermo e la gente applaude. In questo senso, stiamo tutti insieme. Sappiamo di essere un club di dimensioni gigantesche, ma che come squadra abbiamo un percorso davanti a noi”.
(Foto LaPresse)
www.asroma.com